mercoledì 30 marzo 2011

Il Teatro degli orrori - Fotoreportage del concerto di Catania del 12-06-2010

domenica 13 marzo 2011

RECENSIONI : SUBSONICA – EDEN

Citando una frase storica tratta da un altrettanto storico cartone animato giapponese…
“Sono stanco di sdilinquirmi al sentimentalismo da cui attingi a piene mani” ( Caio lo dice a Ken il guerriero!!) ..che cazzo centra? Qual è l’anal-ogia?
Che i Subsonica hanno triturato i coglioni con ‘sti testi!!
E questa è la premessa.
Parlando nello specifico delle canzoni, direi che aldilà della retorica spacca palle ( “Prodotto Interno Lurido” , “Il Diluvio” ) e del sopracitato sdilinquimento narcodiabetico ( “Quando” ) la punta massima si ha ascoltando il singolo che ci ha presentato questa immane opera d’arte, ovvero “Istrice”, Dio mio! La canzone più aberrante ascoltata negli ultimi dieci anni, dire che fa cagare è poco, è come avere la sensazione di ridere dalla disperazione e voler vomitare allo stesso tempo.
“La Funzione” è un miscuglio di onde anni 80 più spruzzate di Bluvertigo, e sinceramente non so se si salva o no, …dubbio.  Nessun dubbio su “ Sul Sole” una canzone che sembra scritta da un diciassettenne brufoloso ispirato, ( con tutto il rispetto per i 17enni brufolosi) assolutamente scemotta. Del dubbio fa parte anche “Benzina Ogoshi”, che musicalmente suona come i CCCP in chiave futurista,( ma purtroppo non sei G.L. Ferretti ) interessante il testo contro loro stessi, l’unica cosa degna di nota.
Di questo disco-maturità ( ??????) salvo “Eden” e “Il Serpente”, ovviamente non dico che i Subsonica non sappiano suonare, anzi , ho avuto modo di apprezzare più volte le loro perfomance live, adesso, dico soltanto che, Eden, è un disco di merda.
 P.S
Complimenti a tutti i “grandi” giornalisti musicali che si calano le braghe davanti al disco di turno  del gruppo di successo, una leccata al giorno toglie il medico di torno….

ANTO

BOLLETTINO DEI NAVIGANTI

Un sincero vaffanculo a quanti, dal loro pulpito di artisti affermati, e di giornalisti musicali di importanti testate, sparano a zero sui Bloggers, definendoli degli sfigati con manie di grandezza, con hard disk pieni di musica che non riusciranno mai ad ascoltare.
Generalizzare è sinonimo di ottusità, e rende mediocri anche quelli che hanno una loro integrità morale ( e ci riferiamo a quelli che non si calano le braghe davanti ai dischi degli artisti famosi, ) dunque la linea sottile su cui danza il giudizio,  è popolato sia da persone in gamba, che dai leccaculo.
Noi preferiamo la sincerità, ovviamente di un opinabile punto di vista, anche se perpetrato da chi, lavora nella musica da sempre, che ha la musica come una ragione di vita, e , soprattutto , da chi compra i dischi e va ai concerti.
Sinceramente alcune canzoni di protesta, e soprattutto moltissime recensioni, ci suonano cosi false da risultare addirittura ridicole.
L’integrità morale è forse l’unica cosa che resta di nobile per un uomo in questa epoca di merda, in questo momento storico cosi sporco e corrotto.
Tirate fuori le palle uomini.

ANTO,  KAPPA & DJ ANANAS

RECENSIONI : J MASCIS – SEVERAL SHADES OF WHY

Bellissima virata intima per Mr. Mascis, musicista storico dei Dinosaur Jr. , che oramai ci aveva abituati al sound elettrico e pompato a tutto volume della sua band.
In questo disco invece l’adorazione per Neil Young,  da sempre risaputa, si materializza su dei toni davvero unplugged , che fanno di questa opera un viaggio caldo per l’anima.
La voce di Mascis è ruvida come la cartolina di un inverno sotto la neve, ma ha dentro il calore e il romanticismo di chi la guarda seduto davanti ad uno scoppiettante camino, mentre fuori  nella notte imperversa la bufera.
Tracce consigliate :
“Listen To Me “ , “ Several  Shades Of Why “ , Is It Done” , “Where Are You” , “ Can I “ ,     “ What Happened”   

ANTO


RECENSIONI : GREG ALLMAN – LOW COUNTRY BLUES

Ogni volta che metto su un disco degli Allman Brothers Band mi ritrovo catapultato dalla voce magica di Greg Allman, nello splendore luminescente degli anni 70.
Eat a Peach rimane uno dei miei classici favoriti dell’epoca, il loro sound riconoscibilissimo accarezza il cuore e regala visioni yippie di fratellanza e sballo sessantottino.
Purtroppo Greg Allman è l’ultimo dei fratelli rimasti in vita, dopo gli sfortunatissimi eventi che hanno colpito il resto della sua famiglia. Gli Allman Brothers Band non esistono più da un pezzo, dopo essere sopravvissuti a cambi di formazione dovuti alle premature morti dei componenti. Ma il coriaceo Greg ha tenuto botta, con progetti alternativi, almeno fino all’ultima dipartita di un caro amico ( il produttore Tom Dowd  nel 2002)  che sembrava lo avesse allontanato definitivamente da ogni progetto musicale.
Fortunatamente lo spessore artistico di T Bone Burnett lo hanno convinto a regalarci questa ( speriamo non ultima ) perla musicale. In questo disco Greg reinterpreta dei classici dandoci un ulteriore saggio della sua bravura e della sua classe ( suonando come solo lui sa fare il mitico organo Hammond ) con la sua voce che sembra essere tornata ai fasti di un tempo.
Tracce consigliate : Tutte

ANTO


sabato 12 marzo 2011

RECENSIONI : CAKE – SHOWROOM OF COMPASSION

Più di dieci anni sono passati da quando i Cake cantavano scanzonatamente, alla loro maniera, “satan is my mother..”, ricordo che il primo pezzo che ascoltai dei Cake fu proprio quello, e mi colpì, indipendentemente dal testo dissacrante, la leggerezza delle loro melodie.
In Showroom Of Compassion, a distanza di anni, e dischi, i Cake predicano ad oltranza la loro leggerezza musicale miscelata e testi impegnati, e sarcastici sempreverdi .
Insomma tra coretti, melodie_altalena e giri di chitarrine dondolanti, i Cake sono sempre i Cake, cosa che,dopo un ascolto prolungato può portare ad un effetto stuccante, come dopo 27 cucchiaini di dolce e leggera marmellata. Come una leggera dolcezza spensierata dunque, se ne consiglia un cucchiaino ogni tanto, giusto per il dolce sapore della leggerezza.
Tracce consigliate : Boh! “Federal Funding” … forse!
ANTO


RECENSIONI : 7 WALKERS – OMONIMO

Di questi tempi non è raro ( anzi ) imbattersi in super-riunion di vecchie super band, o rimpasti spettacolari, e delle volte improbabili, di super musicisti provenienti da vecchie gloriosi gruppi del passato. Insomma l’esperimento a volte funziona, ( Them Crooked Vultures come esempio lampante ), a volte un pò meno.
Nel caso dei 7 Walkers la ricetta preparata da Bill Kreutzmann ( mitico batterista dei Grateful Dead ) Papa Mali ( chitarrista voodoo collaboratore e coautore di Bob Dylan ) George Porter Jr ( nome storico della scena musicale di New Orleans ) e Matt Hubbard ( talentuoso polistrumentista ) è davvero di quelle da leccarsi i baffi.
I 4 cucinano brani poliedrici miscelando sapientemente le spezie musicali di cui sono intenditori, in maniera semplice e con una grande voglia di divertirsi suonando, che traspare da ogni nota, e questo, lasciatemelo dire, è l’ingrediente fondamentale per qualsiasi tipo di emozione musicale si voglia realizzare.
In questo omaggio alla Louisiana c’è il gusto il divertimento e l’anima di grandi musicisti, che con esperienza e compiacimento ( ma mai spavalderia! ) ci guidano attraverso il rock, il blues, il funky, e il jazz con la classe e l’eleganza che solo i “vecchi” sanno fare.
Struggenti i momenti intimi del disco ( “Louisiana Rain“ ,” Evangeline”, “Someday You’ll See” ) che accarezzano le budella tra un salto e l’altro di stile. Da menzionare il coinvolgimento di Robert Hunter ( Paroliere dei Grateful Dead) che ha curato gran parte dei testi.
In due parole Disco stupendo, da ascoltare tutto, e poi riascoltarlo.
Tracce consigliate :
King Cotton Blues “ ( Featuring Willie Nelson ), “For The Love Of Mr. Okra” , “Louisiana Rain” , “Hey Bo Diddle” .

ANTO


sabato 5 marzo 2011

RECENSIONI : TWILIGHT SINGER – DYNAMITE STEPS

Gregg Dulli è un personaggio che ho sempre amato musicalmente , e per i bastardi ignoranti che si stanno chiedendo chi cazzo mai è Gregg Dulli, posso ricordare che è ( era!?) il cantante degli Afgan Wings, ma , qualora nei più recidivi bastardi ignoranti ancora il nome non dovesse evocare niente, …beh.. che dire?!
Posso dirvi invece che Dynamite Steps è davvero un disco grandioso.
Qualcuno ne ha parlato come di una colonna sonora di un viaggio, qualcosa alla Paris Texas per intenderci, a mio avviso il paragone non è perfettamente pertinente, siamo decisamente su un livello differente da Ry Cooder nel capolavoro di Wenders, ma assolutamente non a livello qualitativo, semplicemente la storia narrata da Dulli è diversa, e di conseguenza animata da figure diverse, diverse strade, con luci e notti differenti, ma l’emozione narrativa è la stessa, intensa, piena, graffiante, nostalgica, abbandonata totalmente alla vita.
Dynamite Steps vibra di emozioni, enfatizza ogni stato della mente con tutta l’anima, da “Be Invited” a “Waves”  da “Get Lucky” al crescendo di “On The Corner”  e “Gunshot” fino al bellissimo duetto con Ani Di Franco in “Blackbird And The Fox”, ogni pezzo racconta la tappa di un viaggio emozionale vivo e vivido, narrato dalla voce di un grande bardo, Gregg Dulli.
Non disperatevi comunque, c’è sempre tempo per apprendere, correte ad ascoltarlo, bastardi ignoranti.

ANTO

RECENSIONI : SOCIAL DISTORTION - HARD TIMES AND NURSERY RHYMES


Come per altri dischi prima di questo, ho adottato la tecnica “scurdamuce ‘u passato” , che consiste nel fare tabula rasa ( elettrificata??!! ) in merito a tutti i lavori precedenti del gruppo di turno, e cercare cosi un ascolto il più possibile distaccato e super parte del disco.
Certo nel caso del gruppo di Mike Ness storico ipertatuato/incazzato leader del gruppo californiano dei Social DIstortion, in giro da più di 30 anni, la cosa non è proprio cosi semplice, ma una volta messo su il disco e alzato il volume noto che il compito si rivela più semplice del previsto. Mr. Ness e compari infatti spiazzano le mie poche aspettative sopravvissute con un disco decisamente più soft rispetto ai loro tradizionali canoni.
Qualcuno lo ha definito un ritorno alle origini, a sonorità più blues, come omaggio ispiratore ai loro “padri” di sempre ( Il boss, Johnny Cash, Bob Dylan ) , personalmente cercherò, come anticipato, di prenderlo come un lavoro di una band senza passato, di conseguenza, alla luce di questa mia presa di posizione posso dire che nella stanza  in assenza di  attrito, ( e di vecchi spigoli punk)  tipica degli esperimenti fisici ( ipotetici!!) il disco suona bene, rispondendo alle naturali leggi che governano l’universo, Azione ( buon rock! ) – Reazione  = Movimento!!!
Tracce consigliate:  California, Gimme The Sweet And Lowdown, Machine Gun Blues.
ANTO


RECENSIONI : DEERHOOF – DEERHOOF VS EVIL

Uffa!
Sarà che il concetto di arte è davvero cosi vasto e soggettivo che ti spiazza inevitabilmente, soprattutto quando ti intestardisci a voler verbalizzare una tua personale e opinabile sensazione, cercando di renderla limpida e nuda alla luce del sole, e invece ( stolto!!!!) il risultato è complicarla, renderla fatalmente più oscura e indecifrabile.
Ok ho finto!
Cosa cazzo voglio dire?
Che nella fattispecie questo è un disco stracolmo di idee bellissime, che vengono “stirate” e dilatate e impastriicchiate e arrabattate e centrifugate, fino ad ottenere un gran disco di merda.
Contenuto: Sonorità pop,  miscelazioni di radici latine, ottimi richiami rock, secondi di lucida psichedelica, testardaggini indi(scutibilmente) della più bassa levatura,  e a tratti la voce insostenibile della naif-singer che tritura i coglioni con ritornelli infantili in giapponese. Ottengono il risultato.
Personalmente ho cercato di comprenderne il motivo di questo linciaggio ( Stoltooooo!!),  pensando che probabilmente l’eccessiva voglia di stupire con caleidoscopici impasti musical-cerebrali, motivati dalla ancora più estrema voglia di essere differenti e speciali, abbia portato al risultato che si specchia nell’antico proverbio, che il troppo storpia ( ? era cosi? )  ….Stolto!!!
Finalizzo, nessuna traccia da consigliare, potrei consigliare dei passaggi al limite, due secondi qui, 5 secondi la, ma ascoltare tutto questo disco è uno strazio non da poco ( ritornelli da scuola elementare inclusi_)
Qualcuno li sopprima. ( cominciando da lei )

ANTO