martedì 15 febbraio 2011

RECENSIONI: MOGWAI – HARDCORE WILL NEVER DIE, BUT YOU WILL

Non conoscevo i Mogwai, con un titolo così credevo di trovarmi davanti a un cd post punk-hardcore dai tempi serrati, invece piacevolmente scopro tutto un altro mondo:  atmosfere dilatate, motivi ripetitivi che si arricchiscono gradualmente di piacevoli suoni facilmente riconducibili a un british pop anni ’80-’90 con forti venature psichedeliche. Mi ricordano qualcosa dei primissimi Porcupine Tree, quando ancora erano praticamente una one-man band di Steven Wilson. Questo vuol dire che mi stanno piacendo.
La primissima impressione che ho avuto è che questo è un disco che mi accompagnerebbe bene in un viaggio in treno, come ai vecchi tempi, a farmi da colonna sonora mentre il panorama scorre veloce fuori dai finestrini. Nulla di complicato da ascoltare, la musica che scorre senza alcuno sforzo. Ma lo sforzo c’è, ed è quello dei musicisti di far andare tutto liscio senza proporre inutili protagonismi, di costruire tutto per  l’economia delle canzoni stesse, niente è fuori posto. Tutto è reso minimal e un po' malinconico.
Una bella scoperta, e dire che i Mogwai sono 5 ragazzi scozzesi al settimo album, non certo dei pivelli, che ci raccontano di suonare solo per divertirsi e sfogarsi, non per fare gli artisti, e troppo pigri per scegliere un nome che significhi qualcosa, tanto da usare un nome provvisorio che nessuno ha mai cambiato (i mogwai sono le creature del film Gremlins).
Dimenticavo, raramente troverete delle tracce cantate in questo disco.
Non mi sento di consigliarvi una canzone rispetto ad un’altra, secondo me bisogna ascoltarlo tutto d’un fiato e farsi rapire dalle atmosfere sognanti di questo disco. Cosa dire, sento già che li ascolterò a lungo e che dovrò andare a scoprire al più presto il resto della loro produzione, ammettendo la mia ignoranza (il che è bello, vuol dire che c’è ancora un mondo da scoprire là fuori).

Bella scoperta.

Kappa.






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